EDIFICIO URBANO
SANTA CHIARA
1978 - Vicenza
RESTAURO E AMPLIAMENTO
Il restauro del fabbricato adiacente la chiesa Vicentina di Santa Chiara è integrato da una ristrutturazione. Da un lato si aveva infatti un palazzetto risalente al 600, mentre la parte propriamente aderente alla chiesa era stata eseguita ai primi del 900.
Quest’ultima costituiva un corpo assolutamente estraneo. Si pose fin dall’inizio il problema del linguaggio, anzi dell’atteggiamento da adottare. “Tra molte discussioni e fatiche con gli uffici tecnici del Comune, dal 72 al 78, abbiamo pensato fosse più giusto progettare una struttura architettonica moderna, senza falsità ed opportunismi, che liberasse la chiesa a pianta ottagonale e che chiudesse l’isolato sul fianco di essa.”
Ed è evidente che questa presa di posizione, l’unica corretta, non poteva evitare di suscitare opposizioni e contrasti, in nome di un malinteso ambientamento.
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In questo caso il problema era: primo di sgombero degli edifici addossati, secondo di sutura.
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Quest’ultima ha luogo attraverso una configurazione chiara e mossa del piccolo spazio antistante il corpo della chiesa.
Sono state recuperate le pietre tombali per essere utilizzate come quinte per l'ingresso.
Non soltanto l’ottagono si affranca nello spazio come era necessario, ma la sutura ricercata è essa stessa di tipo spaziale; i corpi ricostruiti garantiscono un vuoto articolato e relazionano con equilibrio rispetto ai corpi antichi.
Pubblicazioni: Architettura cronache e storia n. 339/1984 - Parametro n. 204/1994